La figura di Stradella si è da sempre prestata ai romanzeschi ricami degli storici, che ne hanno messo in rilievo i capricci amorosi, spesso ponendo in secondo piano il suo ruolo di primaria importanza nello sviluppare il più complesso e ardito stile italiano, sia sul fronte teatrale che su quello cantatistico e ancora più propriamente in quello strumentale ...

Approfondimenti

A. Stradella (1643 – 1682)
Sinfonia a tre
in Re maggiore

A. Stradella (1643 – 1682)
Dalle sponde del Tebro
Basso e continuo

A. Corelli (1653 - 1713)
Sonata Ciaccona
in sol maggiore - op. II n.° XII

A. Stradella
Exultate in Deo fideles
Mottetto per Basso e archi
Aria - Exultate
Recitativo - Haec sunt munera divinas
Aria - Exaudi supplices
Aria - Bellicosas horribiles furias

G. Valentini (1681 – 1753)
Sonata in la minore “La Frangipana”
Allegro - Adagio - Presto

A. Stradella
Crudo mar di Fiamme Orribili
à Basso solo, per l’anime del Purgatorio

La figura di Stradella si è da sempre prestata ai romanzeschi ricami degli storici, che ne hanno messo in rilievo i capricci amorosi, spesso ponendo in secondo piano il suo ruolo di primaria importanza nello sviluppare il più complesso e ardito stile italiano, sia sul fronte teatrale che su quello cantatistico e ancora più propriamente in quello strumentale (suo è il primo “concerto grosso” datato 1670, precedente di parecchi anni la ben nota op. VI di A. Corelli).
Questo programma pertanto mira a metter in luce la magnificenza del suo stile attraverso cantate e mottetti nonché per mezzo dell'accostamento ad autori a lui coevi di varie aree dell'Italia (in cui egli risiedette per un certo periodo della sua vita).
Il tema della fuga da un mare di afflizioni verso un porto salvifico fa da sfondo alla cantata profana Dalle sponde del Tebro, elaborata in più arie e recitativi, da eseguirsi senza soluzione di continuità. Il testo riporta le parole di un misterioso personaggio fuggito dai lidi latini (Tebro è il nome antico del Tevere) che trova asilo e scampo alle proprie sventure presso un re germanico al quale rivolge lodi e grati apprezzamenti. È lecito pensare che molte delle cantate di Stradella avessero legami con spunti autobiografici; anche in questa ci sembra intravvedere uno scorcio della vita dell’autore, intessuta di fughe e spostamenti da una città all’altra in cerca di un rifugio sicuro dagli amori clandestini svelati.
Nell’ambito della produzione vocale, il tema del Purgatorio ricorre in più occasioni nell'opera di Stradella. Crudo Mar di fiamme orribili è infatti il soliloquio di un'anima che descrive la sua sofferenza dalla quale teme di non essere mai più sollevata. Solo quando è alla fine della sua resistenza si ricorda che la sua presenza in Purgatorio é dovuta alla volontà di Dio e decide di essere fiduciosa che il Cielo la porterà in salvo. La voce di basso è sempre trattata con particolare cura da Stradella e anche questa cantata ne è testimonianza. L’intero componimento, costellato di frequenti fioriture sia nelle quattro arie che nei recitativi, è l'ennesima prova di quanto duttili ed espressivi dovessero essere i solisti per cui Stradella ideava queste pagine (spesso anche richiedendo un'ampiezza di tessitura inusuale sia verso il grave che verso l'acuto).
Sottomissione e ribellione al volere Divino: la cantata è giocata sul contrasto tra questi due sentimenti contrapposti: da un lato il desiderio di giungere all’autodistruzione pur di estinguere le pene inflitte dal castigo divino (Astri, troppo crudeli, avete torto se mi negate il porto, ma sète più malvagi se negarmi volete anco i naufragi!) ; dall’altro la consapevolezza che solo il superamento di queste prove lo porterà alla redenzione definitiva, la pace desiderata, sapendo che questi tormenti rientrano in un superiore progetto salvifico(Se fiero è il mar, tanto è più dolce il porto).
Questi aspetti speculari e contrapposti, trovano veste musicale soprattutto nei recitativi dove troviamo dimensioni psicologiche opposte che rapidamente si susseguono, con repentini cambi si stato emotivo, ma anche nelle arie, con l’angolosità delle linee melodiche, le contraddizioni ritmiche di tempi ternari e binari sovrapposti che creano sensazione di vertigine: “In mar sì rio, o porto o naufragi, stelle io vuò!” Le linee vocali e strumentali, angolari e di irregolari lunghezze, rispecchiano il senso di angoscia espresso nel testo. E' solo nell'ultima Aria che Stradella crea una nuova atmosfera trasportando l'ascoltatore in una rinnovata dimensione di gioia e di speranza.
Nello stile climax emotivo, ovvero quello della salvezza, si colloca anche il mottetto Exultate in Deo fideles, il cui testo non è mutuato dalle Sacre Scritture, bensì è stato composto dallo stesso Stradella;
Nelle tre arie e recitativo che lo compongono il poeta chiama in soccorso la Fede perché sia argine contro la potenza del Male, invoca i Doni Celesti che possano essere d'aiuto contro gli infedeli e invoca con una preghiera la totale distruzione del demonio per il trionfo della pace e della Luce per tutti i giusti.

Le sonate per due violini proposte dal programma intercalano le composizioni vocali e ne completano l’ambientazione stilistica.