Nell'ambito del Festival CONFINI, organizzato dal FEM-Friuli Early Music.
Il quartetto Barocco Europeo affronta i repertori di epoche diverse con un approccio storicamente informato e ricorrendo a strumenti con montature d’epoca. La prima parte del programma verrà dunque eseguita con strumenti d’epoca e la seconda con strumenti montati alla maniera moderna, con l’idea di poter restituire il più possibile una sonorità e uno stile adeguati a ciascun repertorio...

Approfondimenti

QUARTETTO D’ARCHI BAROCCO EUROPEO
Violino I Tommaso Luison
Violino II Giacomo Scarponi
Viola Alessandro Savio
Violoncello Mattia Cipolli

Giuseppe Tartini (Pirano d’Istria 1692 – Padova 1770) – Sonata a 4 in Sol maggiore
Maddalena Laura Lombardini Sirmen (Venezia 1745 – 1818) – Quartetto n. 3 in Sol miinore
Gian Francesco Malipiero (Venezia 1882 – Treviso 1973) – Quartetto per archi n. 1 “Rispetti e strambotti”

Renato Miani (1965)
Da WILD
-Nella torre

  • La musica di Walter*
    Il grande repertorio per quartetto d’archi inizia a svilupparsi verso la metà del XVIII secolo, anticipato dalla diffusione della Sonata (o Sinfonia) a quattro. Il celebre violinista piranese Giuseppe Tartini approfondisce la scrittura a 4 parti in numerose opere, pensate principalmente per contesti privati o delle “accademie”. La sua allieva Maddalena Laura Lombardini Sirmen, veneziana di nascita e virtuosa del canto e del violino, scrive 6 quartetti che già rappresentano una forma più completa e matura della scrittura per quartetto.
    A distanza di quasi 150 anni il compositore veneziano Gian Francesco Malipiero, di cui ricorre il 50° anniversario della morte, scrive il suo primo quartetto d’archi, “Rispetti e strambotti”, unanimemente considerato un capolavoro per l’originalità del linguaggio, ispirato al passato ma denso di elementi novecenteschi. A completare il programma l’opera del compositore friulano Renato Maini…
    Il quartetto Barocco Europeo affronta i repertori di epoche diverse con un approccio storicamente informato e ricorrendo a strumenti con montature d’epoca. La prima parte del programma verrà dunque eseguita con strumenti d’epoca e la seconda con strumenti montati alla maniera moderna, con l’idea di poter restituire il più possibile una sonorità e uno stile adeguati a ciascun repertorio.